Energia dal legno
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Produzione e commercializzazione di cippato ad uso energetico da solo legno vergine
Potere calorifico del legno

Cosa è il legno e perché rilascia energia
Il legno è un tessuto molto complesso che viene prodotto da un vasto gruppo di piante superiori (alberi e arbusti) per svolgere due funzioniessenziali per la loro vita:
- sostenere e dare forma all’organismo
- garantire il trasporto della linfa all’interno dell’organismo
Chimicamente la sua composizione è la seguente:
- cellulosa il 40-50%
- lignina 20-30%
- altre sostanze (carboidrati, grassi, tannini, sali minerali) 20-30%
Il legno, come ogni altro tessuto vegetale, deriva in ultima analisi dalla fotosintesi: utilizzando l’energia luminosa prodotta dal sole, l’acqua, sali minerali presenti nel terreno, l’anidride carbonica (CO2) presente nell’atmosfera, le piante verdi sono in grado di produrre nuova sostanza organica, liberando ossigeno (O2) nell’atmosfera.
Quando il legno viene degradato il processo della fotosintesi si inverte: viene utilizzato ossigeno, anidride carbonica e sali minerali, viene emessa energia. La degradazione del legno può essere biologica o chimica. La prima viene operata da organismi viventi (funghi, batteri, animali) che attraverso un processo noto come “respirazione” estraggono dal legno l’energia che serve loro per vivere. La seconda è un processo rapido che prende il nome di “combustione” la quale passa attraverso tre fasi:
- essiccazione: fino a temperature di 220 °C viene persa l’acqua ancora presente nel legno. In questa fase viene assorbito calore e viene emesso vapore acqueo: tanto più il legno è umido, tanta più energia sarà necessaria per essiccare il legno e tanto più basso risulterà il rendimento della combustione della legna.
- pirolisi: tra i 220 °C ed i 270 °C la legna comincia a decomporsi in componenti volatili (gas e vapori) ed in carbonio solido. A 500 °C l’85% del peso della legna si presenta sotto forma di composti volatili.
- gassificazione e combustione: a partire dai 500 °C si ha l’ossidazione finale dei prodotti di decomposizione con liberazione di calore. La suddivisione tra le tre fasi ha solo una finalità didattica perché, nella pratica, esse si sovrappongono in modo complesso durante la combustione.
Zero emissioni di CO2
Il legno è un tessuto molto complesso che viene prodotto da una combustione del legno può essere considerata “CO2 neutra”, poichè l’anidride carbonica rilasciata in fase di combustione è pari a quella fissata dalla pianta, durante la crescita, mediante il processo di fotosintesi. In questo modo si chiude il ciclo del carbonio, senza emissioni aggiuntive di gas serra in atmosfera.
La differenza tra la CO2 di origine vegetale (biomassa) e quella di origine minerale (fossile) non risiede nella “qualità” dell’emissione, ma nella sua rinnovabilità. Infatti l’anidride carbonica contenuta nei combustibili fossili e immessa oggi in atmosfera, è stata fissata alcuni milioni di anni fa da piante che non possono più compensarne il rilascio con la fotosintesi.
In definitiva, il carattere di rinnovabilità proprio della biomassa vegetale è dovuto allo sfasamento temporale (breve, in questo caso) tra la sua fissazione vegetale sotto forma di carbonio e il suo rilascio in atmosfera.
Naturalmente questo bilancio ambientale non tiene conto della CO2 di origine fossile prodotta in fase di raccolta, trasformazione e trasporto della biomassa. Tutte queste fasi della filiera richiedono un certo dispendio energetico (la cosiddetta energia “grigia”) con conseguenti emissioni di gas serra in atmosfera. Anche per questa ragione sono da preferire le filiere corte e le produzioni locali.

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